NEW YORK D’INVERNO

NEW YORK, una città per tutte le stagioni

Potrebbe sembrare strano andare a New York in pieno inverno ma vi posso assicurare che la città conserva tutto il suo fascino sempre, che ci sia il sole, il vento, la neve o la pioggia: New York è unica.

È vero, le temperature sono basse, ma basta coprirsi per bene utilizzando indumenti termici per non accorgersi di temperature che comunque solitamente non scendono sotto i 5 gradi.

Le luci, l’atmosfera di questa città comunque ti conquistano e ti invogliano a vivere quelle giornate rigide nei posti più belli per esempio del West Village o di Hell’s Kitchen.

Certo non puoi fare tutto quello che faresti in altre stagioni ma la città offre talmente tanto che non si rischia di sicuro di annoiarsi.

Il giorno di arrivo è sempre un pochino particolare perché hai l’euforia di iniziare subito a scoprire la città ma sei anche stanco del viaggio.

Il fatto che diventi subito buio non aiuta certo a metabolizzare il fuso orario e bisogna far prevalere  l’adrenalina per restare svegli il più possibile.

La prima tappa è sempre e senza dubbio Times Square che di New York non racconta nulla visto che sembra di stare a Disneyland anziché nella Big Apple.

Luci, personaggi mascherati, loschi individui, giocolieri, artisti da strada, mezzi strani si aggirano per quello che è il punto della città dove si concentra la maggior parte dei turisti.

Lasciamo velocemente la “piazza” più famosa al mondo e cerchiamo un ristorante per la cena. La 46th ci sembra il luogo ideale, a due passi da Time Square con una vasta scelta di ristoranti da tutto il mondo: cinese, italiano, giapponese, britannico, indiano, thailandese e altro.

 Scegliamo un pub di stampo britannico, l’Hold Fast che oltre a buonissimi Hamburger offre degli ottimi Fish and Chips con birra media “obbligatoria”.

Il giorno dopo siamo catapultati subito nella visita della città partendo però dalla Statua della Libertà combinata con Ellis Island e il Museo della Immigrazione.

Ottima soluzione quella di partire col traghetto alle 10 del mattino con una ottima luce per poi proseguire con la visita città dalle 13 e godersi le luci della Fifth Avenue al tramonto.

Il giro città solitamente si effettua la mattina partendo dalla Midtown e proseguendo quella che anziché 8 Avenue diventa Central Park West quando affianca il parco urbano più famoso al mondo perché fa più figo vivere là.

Infatti per dare risalto a certe zone o a certe vie che siano Street oppure Avenue, al numero si sostituisce un nome così da evidenziare che quella via o quella zona sono importanti facendo salire il prezzo degli appartamenti o degli esercizi commerciali.

Central Park West nella Upper West Side e la Madison o Park Avenue nella Upper East Side ne sono un esempio lampante.

Fa stranamente eccezione la via più famosa di Manhattan e cioè la 5 Avenue che pur conservando il numero è una icona della città.

Il giro della città ha delle tappe fisse che sono: il Dakota Building ovvero l’edificio storico più importante della città là dove fu assassinato John Lennon ricordato appena all’interno di Central Park da un mosaico presidiato da bravissimi artisti da strada che si danno il cambio durante tutto il giorno per suonare soprattutto brani dei Beatles.

Il tour prosegue tagliando in mezzo al parco per ritrovarsi a scendere nel miglio dei musei proprio sulla Fifth Avenue fino ad arrivare a Washington Square Park dove si radunano tutti gli artisti più stravaganti della città.

Anziché tornare in Hotel proseguiamo da soli a piedi verso il West Village dove si trova il Campus Universitario più grande della città e abbondano i localini più belli in una vera atmosfera bohemien.

Tappa obbligata al numero 66 di Perry Street dove è ambientata la serie TV e il film Sex and the City e subito dopo ci infiliamo al Arthur’s Tavern dove all’inizio con locale vuoto e musica di sottofondo da camera ci sembra quasi di aver sbagliato posto.

Poi invece la serata prende vita con una band di bravissimi musicisti e una cantante di colore che da garanzie sulla sua voce  solo a guardarla.

È spettacolo puro, uno di quei momenti da ricordare per sempre e da annotare nelle esperienze più belle della vita. Siamo in un piccolo locale del Village frequentato solo da Newyorkesi con musica Jazz and blues di altissimo livello.

Tutto bellissimo se non fosse che poi non troviamo un ristorante che abbia posto per 12 persone visto che sono tutti molto piccoli e senza prenotazioni…..“no dinner”.

Si ripiega su Hell’s Kitchen, zona ricca di ristoranti per turisti.

Noi però scegliamo il Connolly’s Pub, dove si può mangiare dell’ottima carne o dell’ottimo pesce in un ambiente tipicamente irlandese frequentato da pochissimi turisti pur essendo a due passi da Times Square.

Il terzo giorno è quello dedicato a Triboro cioè  alla visita dei 4 dei 5 distretti di New York: The Bronx, Queens, Brooklyn e Manhattan.

Dall’Hotel si percorre la 12 Avenue che diventa la Riverside Drive e porta velocemente nel Bronx, ovvero il Distretto più a nord della città.

La prima tappa è lo Yankee Stadium, un vero monumento allo sport che racconta la storia del Baseball in USA.

Si prosegue fino alla Little Italy ancora più autentica della città dove al mercato coperto di Belmont si parla anche solo in italiano.

Dal Bronx si passa velocemente a Queens dove si fa sosta a Long Island City per ammirare lo skyline su Manhattan.

Da qua si prosegue per Williamsburg il quartiere di  Brooklyn abitato dagli ebrei ortodossi che conservano integre tutte le loro tradizioni vestendo tuniche e indossando cappelli e acconciature tipiche della loro religione.

Non si può scendere dal bus e fotografare perciò si prosegue fino a Dumbo, il quartiere che si affaccia sull’East River dove un tempo c’erano magazzini e industrie e che ora ospita gallerie d’arte, atelier e ristoranti come quelli etnici del Time Out, ex macello delle carni proprio tra Manhattan Bridge e Brooklyn Bridge.

Si mangia medio orientale, giapponese, italiano, indiano, dominicano, messicano o francese davanti ad uno skyline da togliere il fiato.

Dal Time Out raggiungiamo facilmente il Ponte di Brooklyn e a piedi lo percorriamo godendoci la vista di Manhattan dal ponte più famoso al mondo.

Il sole volge al tramonto e con le sfumature delle luci dell’inverno è ancora più bello.

Terminiamo il percorso poco prima che diventi buio e con la linea numero 1 della Subway raggiungiamo velocemente il  Grand Central Terminal detto anche “Central Station”, monumento storico proprio sotto il Summit.

Abbiamo ancora due ore prima della visita e spendiamo il nostro tempo sulla Fifth Avenue nei negozi più chic del mondo. E se siamo curiosi di vedere la location del film The Day After Tomorrow all’incrocio con la 42th abbiamo davanti a noi la Biblioteca Nazionale, un vero e proprio tributo alla cultura e all’arte.

Salire al  Summit con le luci della città non si può raccontare perché è una esperienza tutta da vivere sui vari livelli proposti e davvero ricca di emozioni.

Finita la visita, siamo ancora in tempo per raggiungere Dyker Heights e le sue Christmas Lights famose in tutto il mondo.

Anche questa è una esperienza unica.

Con la metropolitana si raggiunge  la fermata di Fort Hamilton a Brooklyn e passeggiando per circa 1 miglio ci si può fermare in una delle famose pizzerie italiane dove è possibile assaggiare dell’ottima pizza.

Proprio là dove trascorrono il sabato sera “quelli di Brooklyn”.

E poi queste case, villette monofamiliari completamente adornate di luci.

Davvero una esperienza magica. 

Se è troppo tardi e fa troppo freddo si può rientrare in Hotel chiamando un Uber.

Siamo stanchi ma felici di aver trascorso questa bellissima giornata a New York.

Giorno 4, è domenica e la domenica si va a messa: Harlem con le sue chiese con messa Gospel è la nostra destinazione.

L’organizzazione è impeccabile e sono tutti felici di accoglierci nella casa del Signore dove sicuramente la messa non annoia grazie ai cori delle “sisters act” di turno.

Da qua si visita sia l’esterno della Columbia University e sia la grandissima Chiesa Episcopale di Saint John the Divine, un luogo sacro e profano allo stesso tempo, dove si celebra Halloween e si benedicono animali provenienti da ogni parte del mondo compresi cammelli, pappagalli e capre.

Dopo aver visitato la residenza più antica di New York, la Morris-Jumel Mansion nel prestigioso quartiere di Washington Heights si attraversa tutta Manhattan fino ad arrivare a Chelsea Market dove si possono fare acquisti originali nelle boutique etniche/retro.

Anche qua la scelta culinaria è interessante e questa volta scegliamo i Noodles di Taiwan immersi in una zuppa meravigliosa che ti scalda il corpo in una giornata che poi così fredda non è.

Questa città è incredibile.

Da qua  si accede alla The High Line che da una prospettiva unica lascia godere degli scorci della città davvero indimenticabili.

D’inverno poi è tutto più bello, tutto magico con le luci della città che fanno cornice agli edifici di Chelsea fino al quartiere avveniristico di Hudson Yards, il primo al mondo ad essere completamente ecosostenibile.   

Dal bellissimo centro commerciale accediamo direttamente al The Edge, è un’esperienza esaltante,  uno dei punti panoramici più spettacolari di New York, soprattutto grazie al suo impressionante pavimento in vetro. Il grattacielo da cui pende si chiama 30 Hudson Yards e la sua sagoma ha cambiato lo skyline di Manhattan.

Scesi dal The Edge in tempo per tornare in Hotel a cambiarsi per raggiungere il Theatre DIstrict e assistere a quella che è una icona di New York ovvero il Musical di Broadway: questa volta scegliamo Moulin Rouge che coi suoi costumi, balli, le sue scenografie e atmosfere Bohemienne ci conquista per una serata indimenticabile.

Resta la cena dell’ultima sera e torniamo là dove avevamo iniziato il primo giorno, la 46th dove questa volta scegliamo di mangiare cinese.

Assaggiamo i famosi Dim Sum ovvero i ravioloni ripieni caratteristici di questa particolare cucina.

Pur essendo in un ristorante turistico l’ambiente è molto “casereccio” e come sempre capita, frequentato da newyorkesi che tendono a cenare spesso fuori casa.

Ultimo giorno a New York, nevica e la neve rende la partenza più bella perché New York sotto la neve fa un effetto magico.

A pranzo prima di partire si può scegliere Essen, una catena con buffet e pietanze come i burritos o i panini preparati al momento al banco.

Se quando riparti sei felice è perché sei convinto di aver sfruttato al massimo il tuo tempo a disposizione nella Grande Mela dove è bello visitare guidati da esperti della città ma anche di perdersi nelle vie del Village per scoprire di poter vivere questa metropoli come una qualsiasi cittadina di provincia ricordandosi che New York è in continua metamorfosi e se ci sei stato ad Agosto, a Gennaio può farti un effetto completamente diverso.

Consigli: durante l’inverno non è per esempio possibile effettuare le escursioni in bici e bisogna considerare di dover poter cambiare il programma a seconda delle condizioni metereologiche.

Quando si può consigliamo sempre visite private e non le sit in coach che lasciano davvero molto poco rispetto a quello che si vede.

La Subway è un ottimo mezzo per potersi spostare ma all’occorrenza, se siete stanchi o in difficoltà prendete un Uber: perciò occhio a scaricarsi la App.

Una puntatina sempre nel negozietti di Chelsea Market e se si ha tempo è bello perdersi nelle vie del West Village.

Per i ristoranti restano sempre valide le opzioni a Queens, il vero melting pot della città dove è possibile mangiare in un ristorante greco dove si parla solo il greco.